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LA TERRA , FRUTTO DELL'UOMO.

La Terra e le sueMeraviglie

Qualità della vita e colori dell'anima.

Per parlare di ecologia, cosa c’è di più appropriato ed interessante se non parlare degli alberi? Sì gli alberi, il polmone verde del nostro pianeta Terra, che noi con la sete di costruzioni e ricchezza all’interno delle città stiamo distruggendo inesorabilmente. Ormai da numerosi anni il cemento ha occupato la maggior parte dei nostri giardini e spazi verdi. Il verde a detta dei grandi investitori non produce ricchezza, mentre il costruire aree urbane e palazzi hanno da sempre generato guadagno. In tempi di crisi economica, l’uomo si sta rendendo conto che tutto questo ormai non è così vero. Infatti, per far fronte alla crisi anche alimentare che investe l’Italia e non solo, si è tornati indietro di circa trenta anni. Si riscoprono così l’hobby e la necessità di creare un orto sul proprio giardino o balcone e al posto dei fiori sono coltivati ortaggi quali zucchine, pomodori, insalata, melanzane e peperoni tutti prodotti che possono essere consumati anche per il fabbisogno personale perchè oggi fare la spesa diventa sempre più difficile anche a causa della perdita o carenza di lavoro. Insomma si diventa vegetariani non soltanto per scelta personale ma anche per necessità. La cosa più importante per la nostra terra è mantenere gli alberi, non continuare a distruggere il pianeta con il disboscamento e ricordare che anche gli essi hanno un’anima. Si parla di anima verde e dell’energia positiva che emanano. Proprio per questo entrare in un parco dove siamo circondati da alberi di vario tipo e specie, ci crea quasi una sorta di rilassamento e di antistress dalla vita di tutti i giorni. Un fluido di energia positiva che è emessa dall’albero stesso nel momento in cui lo osserviamo, o posiamo magari per una foto sotto il suo tronco e la verde chioma. Un esempio vero quello che vi mostro nel Parco di Villa Sciarra a Roma, ecco fotografato un albero di Ginko Biloba centenario, attualmente visibile in tutto il suo splendore nel periodo autunnale, in cui le sue particolari foglie assumono un colore decisamente giallo. In Giappone e in Cina quest’albero è stato coltivato a lungo nei templi poiché era considerata una pianta sacra. In Estremo Oriente, i suoi semi sono considerati un cibo prelibato, e consumati dopo essere stati arrostiti. E’ introdotta in seguito come pianta ornamentale, poiché resiste bene alle avversità climatiche, all’inquinamento e non ha parassiti pericolosi. In Cina si pensa che questa  pianta possa crescere spontaneamente. Ma una cosa si conosce con precisione: abbiamo l’albero di Ginko Biloba maschio e l’albero femmina. Gli ovuli quindi riuniti a coppia da un peduncolo si trovano nella pianta femminile. La maturità sessuale la raggiunge verso i 30/40 anni e l’impollinazione avviene in primavera. La fecondazione è ritardata di 4/6 mesi, un ovulo abortisce e l’altro cade non ancora maturo. Il seme quindi termina la maturazione a terra, germinando nella primavera successiva. Riconoscere quindi il sesso dell’albero, prima della maturazione sessuale diventa estremamente difficile. E’ quindi il caso di affermare che anche gli alberi possiedono un’anima verde che non va distrutta, ma inesorabilmente deve essere preservata.

R. De Angelis.

 

 

 

 

Ache gl alberi hanno un'anima ed un sesso

Sono

L’eden del nostro Paese  e di Roma

L’Italia è il paese di Alice, il paese che viene definito delle meraviglie, se si parla degli orti e giardini che sono presenti dal nord al sud al centro della penisola. Roma e il suo orto Botanico, situato nel cuore della capitale, il Gianicolo, nell’antico parco di Villa Corsini, un tempo residenza della Regina di Svezia, si estende per 12 ettari in una posizione riparata e strategica sulle sue pendici. L’Irrigazione ed i ruscelli presenti all’interno per le piante acquatiche proviene dall’acquedotto dell’Acqua Paola. E proprio nel laghetto interno è possibile ammirare alcune specie di pesci rossi, che tranquilli nuotano nelle acque indisturbati. Ma anche una tartaruga  si affaccia curiosa sulle sponde del lago tra i papiri, oppure il colorato germano reale, nuota con molta grazia costeggiando le sponde di questo piccolo lago che sembra quasi irreale ed incantato. L’orto Botanico nel suo insieme, ha anche funzioni didattiche, è sede di mostre conferenze e convegni che si svolgono da aprile a Settembre. Le scuole vi effettuano anche visite guidate. Al suo interno ci sono circa 30000 specie vegetali, tra cui predominano palme, bambù, felici ed un mirabile giardino giapponese. L’arredamento è il giardino è ispirato allo stile del settecento. Celebre la scalinata del Fuga. Un Mondo magnifico è quasi irreale, un’osa di relax pace e cultura botanica e non solo… Da ammirare la collezione di conifere, la sequoia Americana, con il proseguo di piante acquatiche, serre ed il famoso “Orto dei semplici” ed il giardino degli aromi (piante aromatiche). Insomma un piccolo Eden assolutamente da non perdere ed ammirare anche  per chi vive a Roma.  All’ombra di un albero secolare, o seduti accanto ad una grande azalea in fiore, oppure ascoltando il fruscio  di una pianta tropicale di banano, perché non leggere un buon libro e magari farsi cullare dal canto soave dei merli o dei pappagalli  verdi che volteggiano nell’aria in cima ad una palma secolare, nel cuore di Roma quasi a testimoniare che il tempo per un attimo si sia fermato.

Rita De Angelis

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Alberi & Dintorni. La storia dell'agrifoglio, la sua bevanda il mate.

Ornare la casa con ramoscelli di agrifoglio, è una tra le principali tradizioni natalizie che si ricordano nei tempi. Un tempo si credeva che le foglie così pungenti avessero il potere di scacciare gli spiriti maligni. Fa sempre piacere in casa tenere un ramo di agrifoglio. E’ una pianta sempreverde, augura una vita perenne e le sue bacche rosse, stanno a significare un senso di gioia e calore. Per questo l’agrifoglio ben si sposa con la nascita di Gesù ed il Natale. L’agrifoglio quindi ha una sua storia. I Romani per esempio, usavano regalarlo agli sposi novelli in segno di augurio. Quando ci fu l’invasione della Britannia, accolsero il fatto con grande stupore, nell’apprendere che l’agrifoglio era considerato una pianta sacra. I sacerdoti Druiti, credevano che la pianta proteggesse dai disagi dell’inverno, e che se si scagliava un grosso ramo della pianta contro una belva nell’intento di attaccare l’uomo, questa divenisse mansueta. Quando Cristoforo Colombo andò alla scoperta dell’America, vede che gli indiani durante le battaglie la portavano come distintivo di coraggio, e davanti alle loro capanne ne piantavano arbusti per allontanare gli spiriti maligni. Le bacche rosse inoltre, sono il cibo preferito dei pettirossi. La legenda dice che il pettirosso, beccò le spine della corona di Gesù sulla croce. Cercò così di alleviarne le sofferenze ed in cambio, ebbe per questo il petto piumato rosso, dal colore del sangue divino. In tempi moderni attuali, il Mate la bevanda più diffusa dell’America meridionale, viene preparata con foglie di agrifoglio. Ha grandi proprietà stimolanti, contenendo una quantità elevata di caffeina, molto superiore a quella del caffè. Si beve anche tra i giovani per socializzare non ricorrendo a droghe, ma solo ed esclusivamente come utilizzo di bevanda erboristica e naturale. Seguendo lo stesso procedimento del tè, la yerba Mate viene essiccata, tagliata e sminuzzata. Per tradizione questa infusione si beve calda ed in compagnia

 

Rita De Angelis.

 

Un’arte dall’antica Cina: i Bonsai

 

Il termine “bonsai” non sta a significare soltanto un albero di dimensioni ridotte coltivato in un piccolo vaso, bensì un’arte ed uno stile di vita che si è sviluppato in Cina molti secoli fa. I maestri bonsaisti cinesi facevano distinzione tra punsai e pun-ching: il primo termine ripete sia nella forma così come nel contenuto quello successivo giapponese di bonsai (da bon “vassoio”, contenitore e sai “coltivare”); pun-ching sta invece a significare un albero piantato in un contenitore e contornato da un paesaggio. Prima di essere comunque un’espressione prettamente estetica, il bonsai nasceva come armoniacreata tra cielo e terra, tra essere umano e natura: un

verde che genera calma e semplicità agli occhi dell’uomo. L’arte del bonsai cerca di imitare nelle sue varie espressioni ciò che è rappresentato in natura. Come cambia la natura e varia le piante presentandole in forme, insiemi e svariati portamenti, così si esprime il bonsai in stili ed interpretazioni diverse.Partendo dal concetto che non esistono due bonsai perfettamente identici, si possono classificare i bonsai per linee generali con stili diversi. Per i singoli bonsai gli stili possono essere: Moyogi o stile eretto o informale. E’ lo stile che più si avvicinale al genere ed al portamento spontaneo delle piante e quindi anche il più semplice da realizzare. La verticalità del tronco è dritta ma la pianta ha una sinuosità che gli conferisce naturalezza nella forma. L’albero è in perfetta bilanciatura, poiché l’apice è in linea con la base del tronco ,ed i rami sono distribuiti in modo alternato e casuale. Nel formare questo stile inizialmente i rami non vanno potati eccessivamente per evitare di indebolire la pianta. Le specie che meglio si prestano allo stile “moyogi” sono le querce, gli aceri ed i faggi. Chokkan o stile eretto informale. Stile contraddistinto da un unico tronco che cresce assottigliandosi a gradazione verso l’apice. I rami più forti si dipartono dalla base in modo bilanciato e simmetrico, le radici sono disposte a raggiera e la pianta nell’insieme è costituita da una figura conica ben proporzionata. Le conifere si adattano in modo ottimale allo stile Chokkan. Shakan o stile inclinato. Il tronco della pianta è inclinato con angolature diverse rispetto al terreno. A causa delle forme spezzate non presenta continuità dalle quali prendono vita rami più o meno vigorosi o fitti. Kengai o stile a cascata. Ricopia in maniera artistica l’aspetto di alberi cresciuti in particolari situazioni ambientali quali per esempio i dirupi scoscesi spezzati dal vento. Lo stile principale è il tronco arcuato e ripiegato su se stesso che esce dal contenitore per formare una cascata vegetale. Per questo stile si utilizzano vasi molto profondi ed alti posti solitamente su uno sgabello così da accentuare l’effetto scenico dell’andamento del tronco e facilitare la potatura. Gli alberi che mettono in risalto meglio questo stile sono le conifere ,l’azalea, il biancospino, il cotogno.

Rita De Angelis.

 

 

 

Alcune Foto

Scrivete o mandate email sarò felice di inserire articoli e foto di appassionati del settore.  sito: https//ritadeangelis63.wix.com/racconti-e-natura

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